Un omaggio a Henry David THOREAU
uno spettacolo di e con
PINO PETRUZZELLI
Settembre 2020.
Teatri pronti a chiudere.
Tournée bloccate.
Pino Petruzzelli, attore e regista, è seduto al bar della stazione di Genova con Biga, un amico di Roma. I due parlano del loro futuro. Pino Petruzzelli andrà a vivere, per un anno intero, nei boschi. “Ma che ce vai a fà, che da là se ne scappano pure li sorci!” Scherza Biga. Pino prepara la valigia, porta con sé il libro “Walden ovvero vita nei boschi” di Thoreau, sale in auto e parte. Luogo scelto uno slargo nel fitto di un bosco alpino. A un centinaio di metri un laghetto. Intorno una catena di montagne con picchi innevati già a inizio autunno. “Non c’è nessuno al mondo che sia felice, se non chi è capace di godere, in piena libertà, di un vasto orizzonte.”
Costruzione della casa nel bosco: natura e tecnologia insieme.
“Le mie competenze architettoniche si limitavano a un livello per cui lo zero rappresentava già un successo! Logica, ci vuole logica. Una palafitta, quattro buchi nel terreno, pali, assi, viti, chiodi, trapano, finestra, pannello solare, forno in pietra… e poi lavoro… Lavoro che si fa maestria artigiana. Maestria artigiana che si fa Arte nel silenzio della natura. Un mese di lavoro. Costo totale 8.000 euro.”
“Ah Pino, ma pe’ magnà ci hai i sordi da parte?”
“No, pesca nel lago, castagne dal bosco, verdure coltivate nel piccolo orto e pane impastato con acqua del ruscello e cotto nel forno a legna. Immerso nella natura vivo in me il gusto della vita. Un gusto che trasforma anche il lavoro e la fatica, in divertimento.”
Un anno tra i boschi vuol dire anche toccare con mano l’abbandono del territorio: “Quel pastore trovato morto in alpeggio è come il simbolo di un mondo dimenticato, ma senza il quale non è possibile andare avanti. Cosa si porterebbe a tavola se nessuno coltivasse più la terra o allevasse?”
Quattro stagioni nei boschi per vedere da vicino la Creazione come un privilegiato spettatore nella bottega di un Artista capace di creare il mondo e chi lo popola. Grazie alla natura cercare la vita e provare a viverla dentro di sé, nella parte più intima. Quattro stagioni immerso nel bosco e capire, alla fine, che il futuro è sinergia tra natura e tecnologia, tra città e territorio.
Il nuovo monologo di Pino Petruzzelli nasce dalla provocazione di Thoreau che nel 1800 scrisse “Walden ovvero vita nei boschi”. Oggi quel libro torna di grande attualità alla luce dei problemi legati all’ambiente e alla sostenibilità dei processi produttivi che non possono più continuare a basarsi sull’abbandono del territorio e su un rapporto che privilegia la città a scapito dell’entroterra. Temi che Pino Petruzzelli porta in scena attraverso una scrittura drammaturgica e una recitazione capaci di coinvolgere lo spettatore in modo ora profondo, ora ironico sull’importanza di una ricerca interiore volta alla comprensione di una natura che va difesa per goderne.
“Gli animali sono costretti a cercare un qualche riparo dove accucciarsi e riscaldarsi con il calore del proprio corpo, ma l'uomo può contrastare il freddo con un impianto di riscaldamento e nello stesso momento mangiare e con la luce accesa leggere un libro o parlare con altri esseri umani e con loro dialogare e dar vita a progetti futuri. Grazie al nostro ingegno possiamo appoggiare il naso al vetro della finestra e guardare, al caldo del nostro focolare, un paesaggio invernale.
La tecnologia sarebbe straordinaria se solo la usassimo per risparmiare tempo da impiegare per l'amore, l'arte, la poesia e, soprattutto, la salvaguardia della natura.”
dal testo Vita nei boschi
di Pino Petruzzelli